IL LIBRO

IL LIBRO
DELLA FILOSOFIA E DEI GATTI - SGARBI F. (MURSIA)

martedì 13 gennaio 2009

Don Chisciotte...


"Occorre dunque sapere che nei momenti d’ozio (che costituivano la maggior parte dell’anno) si dedicava alla lettura dei libri di cavalleria […]. A tal punto si sprofondò in quella lettura, da consumarci notti e giorni interi, cosicché sia per il non dormire, sia per il troppo leggere, gli si seccò il cervello e finì col perdere la ragione. […] E a tal punto si convinse della veridicità di quelle fantasticherie, che pensava non potesse esserci nessuna storia al mondo più reale e più vera. […] In realtà, perso ormai completamente il senno, gli balenò la più strana idea che potesse venire ad un pazzo: gli parve, cioè, opportuno e necessario, sia per esaltare il proprio onore sia per il bene della patria, farsi cavaliere errante.


Per prima cosa ripulì alcune armi, già appartenute ai suoi antenati, che erano ormai coperte di ruggine e di muffa, e da molti secoli giacevano abbandonate in un angolo. Le lucidò e le rimise in efficienza come meglio poté; ma si accorse che presentavano una grave lacuna: non c’era una celata con visiera, ma solo un semplice morione. A tale deficienza supplì il suo ingegno, poiché con dei cartoni costruì una mezza celata che, incastrata con il morione, aveva l’apparenza di una celata intera. Per provarne però la solidità e la resistenza ad un eventuale colpo di lancia, sfoderò la spada e le assestò due fendenti col primo dei quali, in un attimo, distrusse il suo lavoro di una settimana. Gli spiacque la facilità con cui l’aveva fatta a pezzi, e, per proteggersi da questo pericolo, la rifece da capo, mettendo nell’interno dei sostegni di ferro. In tal modo rimase soddisfatto della sua solidità e, senza voler ripetere la prova, la giudicò e considerò una finissima celata ad incastro. "
Miguel de Cervantes Saavedra, Don Quijote de la Mancha