IL LIBRO

IL LIBRO
DELLA FILOSOFIA E DEI GATTI - SGARBI F. (MURSIA)

martedì 31 marzo 2009

Valery e la velocità... o meglio, la lentezza


« - Vuole dire che più si trova, più si cerca ; e che più si cerca, più si trova ?
- Esatto. Certe volte mi sembra che fra la ricerca e la scoperta si sia formata una relazione paragonabile a quella che i stabilisce fra la droga e l’intossicato.
- Molto curioso. E allora tutta la trasformazione moderna del mondo…
- Ne è il risultato; e ne rappresenta, del resto, un altro aspetto … Velocità. Abusi sensoriali. Luci eccessive. Bisogno dell’incoerenza. Mobilità. Gusto del sempre più grande. Automatismo del sempre più “avanzato”, che si manifesta in politica, in arte, e … nei costumi»

P. VALÉRY, L’idea fissa o due uomini al mare, trad. it. e cura di V. Magrelli, Roma-Napoli, Theoria, 1985, p. 45.

giovedì 26 marzo 2009



"Lasciamo un po' di cibo per i topi,
non accendiamo lumi affinché le farfalle non vengano a morirvi"

Aforismi sulla radice degli ortaggi - Hong Zicheng

martedì 24 marzo 2009


"Riconosci nell’animale un soggetto, non un oggetto?
Allora sii coerente, non domandare "che cosa" mangiamo oggi, ma "chi" mangiamo oggi."

(Charlotte Probst)

lunedì 23 marzo 2009



"Il malcontento è il primo passo verso il progresso."

O. Wilde

ZOO e CIRCHI: nuociono ai bambini


Vi riporto un documento, stilato da psicologi e tratto dal sito oltrelaspecie.org, sugli effetti dannosi di spettacoli che prevedano l'impiego di animali:

"Premesso

che la coesistenza con gli animali, dotati di dignità propria quali esseri viventi, è un’esigenza profonda e autentica della specie umana;
che le relazioni che stabiliamo con loro, lungi dall’essere neutre, sono elementi in grado di incidere sull’emotività e sul pensiero;
che il rapporto con loro è elemento di indiscussa importanza nella crescita, nella formazione, nell’educazione dei bambini;

i sottoscritti psicologi

esprimono motivata preoccupazione rispetto alle conseguenze sul piano pedagogico, formativo, psicologico della frequentazione dei bambini di zoo, circhi e sagre in cui vengono impiegati animali.
Queste realtà, infatti, comportano che gli animali siano privati della libertà, mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie.
Tali contesti, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza per la realtà animale, sono veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolano lo sviluppo dell’empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all’ingiustizia.

I sottoscritti psicologi

attenti a promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo, della comunità, auspicano e sostengono un radicale cambiamento di costume che vada in direzione della chiusura degli zoo e del divieto dell’impiego di animali nei circhi e nelle sagre.

Promotrice: Annamaria Manzoni

Tra i sostenitori: Fulvio Scaparro, Marina Valcarenghi, Guglielmo Gulotta, Dario Varin, Marco Poli, Camilla Pagani, Francesco Robustelli…….; seguono già i nomi di circa 600 psicologi.

25 febbraio 2008 "


E, ora, magari DITE NO alla costruzione di un nuovo zoo a Ravenna:http://www.oltrelaspecie.org/

venerdì 20 marzo 2009

LA LUCE OLTRE IL MURO ovvero Tom Regan e gli animali

"Di fronte a noi si erge un'enorme muraglia, rappresentata dall'oppressione perpetrata a danno degli animali. Noi abbiamo un obiettivo primario: rendere questa muraglia un ricordo del passato. C'è solo un piccolo problema: non c'è modo di raggiungere questo obiettivo tutto in una sola volta o in breve tempo. Cosa possiamo fare allora? Tornando alla nostra muraglia, propongo che essa venga abbattuta togliendo un mattone per volta. Anche se oggi non possiamo abolire tutte le forme di sfruttamento animale, possiamo abolirne alcune già a partire da domani. Invece di limitarci a cercare di modificare le condizioni in cui gli animali vengono sfruttati, possiamo cercare di porre fine allo sfruttamento. E' davvero così irrealistico immaginarsi il giorno in cui le pellicce seguiranno nell'oblio i busti con stecche di balena, in cui i mattatoi esisteranno solo nei libri di storia e in cui i laboratori scientifici di tutto il mondo avranno sulla porta d'ingresso un cartello con scritto: "Gli animali non sono ammessi"? Forse questo non succederà nel corso della mia vita, ma sicuramente verrà il giorno in cui, dopo anni di lotta, tutte le gabbie saranno vuote. "

domenica 15 marzo 2009

IL PROBLEMA DELLA DIFFERENZA


IL DOLORE E L'INDIFFERENZA

di Dacia Maraini
Cos'è che ci rende così insensibili al dolore animale? Eppure ormai sappiamo, perché ce l'hanno detto tanti scienziati, che gli uomini hanno quasi tutto in comune con gli animali, cominciando dalla capacità di soffrire, di amare, di capire. Gli animali hanno memoria, gli animali conoscono l'affezione, la tenerezza, la protezione verso i più deboli, la solidarietà di specie, ma anche l'odio, il sentimento di vendetta, la frustrazione, la paura, l'aggressività, l'invidia, il coraggio e così via. Di tutto questo è composta un'anima nel senso antico della parola.
Eppure continuiamo a comportarci come se fossero fatti di materia insensibile, come se la loro sopravvivenza fosse proporzionale solo alla nostra utilità. Carne da macello, carne da tavola, carne da sperimentazione, carne da scambio. Carne e solo carne. Siamo capaci di tenerezze verso il gattino di casa che riempiamo di coccole, probabilmente viziandolo e rendendolo nevrotico. Ma quando si tratta di animali non domestici, di animali nel mondo, non riusciamo a vederli come esseri viventi, che come noi, hanno diritto a nascere e crescere su questo pianeta. Animali da esperimento: ecco una delle violenze più nascoste e taciute. L'idea di fondo è che il sacrificio di topi, babbuini, cani, conigli, criceti, sia necessario al progresso della medicina. Nessuno si ferma a riflettere sulle sofferenze, insistite, vere e proprie torture che noi procuriamo ai piccoli animali da sperimentazione.
Spesso assolutamente inutili, se non proprio dannosi, come dimostrano i casi del Lipobay e del Vioxx ritirati precipitosamente dal mercato. L'uso disinvolto della sperimentazione animale, come spiega Pietro Croce in un libro tutto dedicato alla vivisezione e come ribadiscono gli amici di Equivita, porta malattie e morte. Gli animali sono simili agli uomini ma sono anche diversi di fronte alle malattie, di fronte ai farmaci. Troppe volte si sono presi per buoni i risultati di esperimenti fatti sui ratti, falliti poi miseramente sull'uomo. Per esempio i 30.000 giapponesi accecati dal clioquinol nel 1978. O i bambini nati focomelici per l'uso del talinomide, testato sui criceti e considerato sicuro, tanto da consigliarlo alle gestanti negli anni 60.
«Pochi leggono il Bollettino di informazione sui farmaci del Ministero della Sanità», scrive Croce. «Il numero dell'8 agosto 1983 ci informa che dal 1972 al giugno 1983 è stata revocata la registrazione (cioè vietata la vendita) di 22.621 confezioni di specialità medicinali, che, per lo stesso fatto di essere messe in vendita, avevano superato l'esame imposto dalla legge, della sperimentazione sull'animale. Un altro comunicato informa che le cose stanno cambiando, in peggio: dal 1984 al dicembre del 1987 gli effetti collaterali (solo quelli segnalati) procurati dai farmaci, sono stati 14.836, con 112 morti. Quanti anni ci vogliono per accorgersi che un farmaco è dannoso e quanti morti»? Gli antivivisezionisti insistono che non si tratta di pietà verso la sofferenza animale, probabilmente per non essere accusati di facile sentimentalismo. Per me invece, e non mi vergogno a dirlo, la pietà è un elemento determinante: non credo che si possa ottenere niente di buono dalla tortura e dalla morte procurata, anche se si tratta di animali. La vista, in questi giorni, di milioni di poveri pennuti chiusi nei sacchi della spazzatura starnazzanti e sepolti vivi sotto terra, mi sembra una cosa orribile, che fa disonore all'uomo.
«Ma quali le alternative?» chiedono a gran voce coloro che hanno una fiducia nella sperimentazione animale. Le alternative ci sono e stanno in una ricerca alternativa «genetica, fatta in colture in vitro, con metodi statistico-epidemiologici, simulazioni al computer». Stiamo tutti pagando questa lunga crudeltà verso gli animali che si vendicano, senza neanche saperlo, portando nuove e terribili malattie.
Dacia Maraini
Tratto da:"Il Corriere della Sera" del 06.12.2005 e riportato da italy.peacelink.org

sabato 14 marzo 2009

PLUTARCO E LA CARNE

Cito dal sito: http://www.latinovivo.com/curiosita/De_esu_carnium.htm

Plutarco

Plutarco, il celebre scrittore di Cheronea vissuto nel I secolo d.C., è autore di alcune operette di notevole interesse e spessore etico (i cosiddetti Moralia, mai tradotti per intero in Italia), come il De esu carnium, considerato una sorta di "manifesto" dei vegetariani, del quale riportiamo di seguito uno stralcio.
In esso l'autore, che personalmente nutriva profondo amore per gli animali, esprime con toni accorati la sua disitima per coloro che si cibano di carne...
Anche in altre opere Plutarco entra in polemica con alcuni pensatori a lui contemporanei sul delicato ed attualissimo tema del rispetto dovuto dall'uomo agli altri esseri viventi: in particolare, netto è il suo rifiuto del pensiero stoico, che, considerando l'uomo come lo scopo di tutta la creazione, subordina a lui tutto il resto del creato. La sensibilità plutarchea, infatti, gli impedisce di considerare "inferiori" le altre creature.
Davvero un grand'uomo (e un grande esempio per tutti noi).
"Sul mangiare carne"
De esu carnium
(993 a - 994 b)

Tu mi chiedi in base a quale ragionamento Pitagora si sia astenuto dal mangiare carne: io invece domando, pieno di meraviglia, con quale disposizione, animo o pensiero il primo uomo abbia toccato con la bocca il sangue e sfiorato con le labbra la carne di un animale ucciso, imbandendo le tavole con cadaveri e simulacri senza vita; e abbia altresì chiamato 'cibi prelibati' quelle membra che solo poco prima muggivano, gridavano e si muovevano e vedevano. Come poté la vista sopportare l'uccisione di esseri che venivano sgozzati, scorticati e fatti a pezzi, come l'olfatto resse il fetore? Come una tale contaminazione non ripugnò al gusto, nel toccare le piaghe di altri esseri viventi e nel bere gli umori e il sangue di ferite letali?


"Le pelli strisciavano, le carni agli spiedi muggivano
cotte e crude, e c'era come un suono di vacche".
1

Questa non è che finzione, favola; tuttavia un simile pasto è veramente mostruoso: desiderare di cibarsi di un essere che ancora sta muggendo e designare gli animali di cui nutrirsi mentre ancora emettono suoni, predisponendo i modi di condirli, arrostirli, servirli: si dovrebbe cercare colui che per primo ha dato inizio a tutto questo, e non chi, più tardi, se ne sia astenuto. Forse qualcuno potrebbe dire che per quei primi che si dettero alla sarcofagia la causa fu proprio la mancanza di risorse; e in effetti essi non giunsero a queste pratiche eccedendo in piaceri anomali, contro natura, né mentre indulgevano a desideri illegittimi o godevano di una certa abbondanza di cose necessarie. Ma se costoro oggi riacquistassero la voce e potessero esprimere il loro sentire, direbbero: "O beati e cari agli dèi voi che vivete ora, quale età della vita vi è dato in sorte di godere e quale abbondanza inesauribile di beni vi è concessa! Quante cose nascono per voi, quante ne vengono vendemmiate; quanti beni sono nei campi, quante cose piacevoli a disposizione per essere còlte dalle piante! Vi è consentito anche di vivere nel lusso senza contaminarvi. Noi, invece, ci accolse la più nefasta e temibile età del tempo e della vita, gettandoci in una profonda e irrimediabile povertà, fin dalla prima origine; l'aria - mischiata a torbida e instabile umidità, al fuoco e alla furia dei venti - ancora celava il cielo e gli astri; 'non si era ancora costituito un sole' che, tenendo il corso costante e stabile

"distinguesse l'aurora e il tramonto; e che lo
portasse intorno e di nuovo indietro,
coronandolo di stagioni portatrici di frutti e
inghirlandate di fiori; anzi, la terra era devastata"
2
dagli straripamenti disordinati dei fiumi e in grande misura "informe per il fango"; ed era resa selvaggia da profonde paludi, boscaglie e macchie infruttifere; non vi era raccolto di dolci frutti, nessuno strumento di produzione né espedienti derivati dall'abilità. Ma intanto la fame non dava tregua e la semina degli uomini di allora non aspettava le stagioni dell'anno. Che c'è da meravigliarsi dunque se, agendo contro natura, abbiamo fatto uso della carne degli animali, quando si mangiava il fango e "si divorava la corteccia del legno" ed era considerata buona sorte trovare gramigna vigorosa o una qualche radice di giunco? Quando si gustava, si mangiava una ghianda, si danzava per la gioia attorno a un faggio o a una quercia, chiamandoli 'donatore di vita', 'madre', 'nutrice': la vita, allora, conosceva solo questa festa, mentre tutto il resto era pieno di turbamento e mestizia.

Ma quale rabbia, e in che modo, e quale furore spinge oggi a stragi scellerate voi, voi cui tanto avanza di cose necessarie?

Perché insultate la terra come se non fosse in grado di nutrirvi? Perché commettete empietà nei confronti di Demetra, dispensatrice di leggi, e disonorate l'amorevole Dioniso, il signore dei vigneti, come se da essi non riceveste quanto basta? Non vi vergognate di mischiare i dolci frutti con sangue e morte?

Chiamate selvaggi i serpenti, le pantere e i leoni, ma voi stessi uccidete con ferocia, per nulla inferiori ad essi quanto a crudeltà: per essi infatti l'animale ucciso è nutrimento, per voi è solo un manicaretto.

venerdì 13 marzo 2009


"Chi è nell'errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza. "

Johann Wolfgang von Goethe

DATEGLI UN FUCILE E IMPARERANNO A SPARARE


Ci sono paesi in cui la violenza delle armi, imposta o autorizzata dalla guerra, trasforma dei ragazzi in assassini.
L'Italia, per fortuna, non è un paese in guerra: e allora perchè mettere dei fucili in mano a dei sedicenni? Perchè spingerli a sparare? Perchè spronarli a togliere la vita e ad impoverire un ecoambiente, uccidendo animali in via di estinzione?
Se volete firmare contro, potete farlo qui:
http://www.oipaitalia.com/caccia/appelli/orsi_petizione.html

lunedì 9 marzo 2009

"C'è un solo bene: il sapere. E un solo male: l'ignoranza."
Socrate

9 MARZO: CONTINUAZIONE DELLA FESTA DELLA DONNA


Sì, avete letto bene: oggi, 9 Marzo, vi dico, Buona Festa della Donna!

No, non mi sono sbagliata o dimenticata: sugli altri miei 2 blog ho fatto gli auguri
ieri, 8 Marzo.

Ma questo è un blog filosofico di tutto punto e, quindi, qui annoto le
considerazioni più estese.

Perchè vi (mi) faccio gli auguri oggi?
per la più scontata, retorica, ma sempre valida ragione: che
la nostra essenza e dignità deve essere ricordata e rispettata SEMPRE, l'8 Marzo,
il 10 Aprile, il 17 Maggio, etc...


martedì 3 marzo 2009

Terzani e la speranza


"La regola secondo me è: quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è più speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta."
Tiziano Terzani, da La fine è il mio inizio

lunedì 2 marzo 2009

LE BALENE E I DELFINI (Natoli: il dolore e la vita)

Oggi è arrivata la notizia dello spiaggiamento di diverse balene e alcuni delfini in Tasmania. Purtroppo, di 200 se ne sono salvati 50.
Almeno 50...

Questa è l'unica, ma importante, notizia bella: numerosi volontari hanno dedicato il loro tempo e le loro energie per salvare la vita di questi esseri viventi.

Una notizia davvero meravigliosa: un inno alla vita!

"il dolore, la crudeltà della vita suppone che si sia più duri del dolore, allora tutto l'elemento dell' ars è il grande modello propedeutico: come possibilità di contendere al dolore il suo spazio, di tenere lontana la morte, di entrare nel segreto della vita per sottrarre alla vita la vita. "
Tratto dall’intervista a Salvatore Natoli L’esperienza del dolore, Napoli, 23 ottobre 1992

domenica 1 marzo 2009

L'AEREO E IL GABBIANO (Bach e il punto di vista)

Qualche giorno fa, il tg ha annunciato una notizia particolare: un gabbiano s'era schiantato contro un aereo in procinto d'atterrare.
"Molta paura" è stato detto "ma, per fortuna, tragedia sventata e nessuna vittima".
Beh... siamo d'accordo... la tragedia sventata è una buona novella, ma una vittima c'è stata: il gabbiano.
Eppure il cielo è il suo spazio vitale!

E se fosse stato il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach???

"Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda con il tuo intelletto e scopri quello che conosci già, allora imparerai COME SI VOLA."
R. Bach - Il gabbiano Jonathan Livingston