IL LIBRO

IL LIBRO
DELLA FILOSOFIA E DEI GATTI - SGARBI F. (MURSIA)

domenica 30 agosto 2009

Il "CAMMINO DEI FILOSOFI": A KYOTO, TRA GATTI E BAMBOO




Nell'antica e nipponica città di Kyoto, abbracciato dal verde aromatico dei templi e dalla poesia dei giardini Zen, potete trovare un romantico cammino: il Cammino dei Filosofi . Un delizioso e raccolto percorso che, tra giganteschi bamboo e sguardi d'Oriente, induce a piacevoli e profonde riflessioni/conversazioni, nella calma delle atmosfere che il Paese del Sol Levante sa regalare. Qui, usavano passeggiare filosofi quali Nishida Kitaro (1870-1945) e Kawakami Hajime (1879-1946), discorrendo di magiche questioni come quella della verità. Ieri, ho, personalmente, intrapreso questo cammino: all'ingresso, tra il fruscio degli alberi e lo stretto, ma vivissimo corso d'acqua che accompagna il percorso, mi aspettavano coloro i quali hanno la capacità di vegliare meglio sulla soglia di un cammino che porta alla conoscenza: i gatti. Non credo di dovermi dilungare troppo sulle sensazioni che questo luogo può generare: guardate le espressioni feline che ho immortalato... il benessere Zen è nei loro musi.
“Ci sono probabilmente diverse opinioni sulla natura della verità,
per me essa è quello che si avvicina maggiormente all’esperienza concreta."
Nishida K. Zen no kenkyu, Iwanami shoten, Tokyo, 1993, p.46.
Sto preparando un mio breve rientro in Italia: a coloro i quali mi hanno scritto, segnalo che il 14 Ottobre alle ore 21, sarò a Milano per la presentazione del libro Della filosofia e dei gatti, selezionato dall'associazione animalista Tom&Jerry. Potrò fornire maggiori dettagli più avanti.

sabato 29 agosto 2009

LA BUONA NOTIZIA


LA BUONA NOTIZIA... ANZI OTTIMA.
FRANCA HA TROVATO CASA!
BUONA FORTUNA!


domenica 23 agosto 2009

Fabrizio De André, la questione del "male" e la gattina Franca




Ricordo di aver ascoltato, qualche tempo fa, una vecchia intervista a Fabrizio De André.


Mi colpì una sua frase.


Non rammento le parole esatte, ma suonava, pressapoco, così: "L'uomo potrà anche conquistare le stelle, ma
le sue problematiche fondamentali sono destinate a rimanere le stesse per molto tempo, se non addirittura per sempre".

Il grande cantautore aveva scelto di condannare specifici mali, nelle sue mai scontate canzoni: primi, fra tutti, la violenza, il non rispetto della dignità e della libertà e le loro conseguenze nefaste.

Ci si potrebbe chiedere che ragioni di esistere abbiano le azioni violente se sono così negative.

Ma un argomento così complesso, di certo, non può essere affrontato in un post.

Quel che è certo, invece, è il male che genera la violenza e il peggioramento ch'essa, regolarmente, determina, generando, a sua volta, il male.

Una memorabile frase di Martin Luther King diceva:
"la violenza è una spirale discendente che dà vita proprio alle cose che cerca di distruggere. Invece di diminuire il male, lo moltiplica".

Pechè? Perchè, quel male che si sente e che si vuole far scontare ad altri non si spegnerà se assecondato: si spegnerà se capito e "risolto".

Pertanto, chiunque abbia chiuso in un sacco e gettato in un cassonetto la viva e respirante gatta FRANCA (che vedete nella foto), non solo non avrà risolto la sua sete di "male", ma si è anche messo in difficoltà con la legge.

Con l'unico effetto, quindi, di aver peggiorato la propria situazione e, soprattutto, di aver messo in pericolo la micia.

Franca, fortunatamente, è salva: respira e vive ancora.

E le due premurose persone che, ora, se ne sta occupando, mi hanno chiesto di parlarvi dell'amore che questa micia può dare, invitandovi, inoltre, ad adottarla.

Volentieri, vi daranno ulteriori notizie, se siete interessati.
Potete contattarle ai
seguenti recapiti: 349/1033953
347/9931711

martedì 18 agosto 2009

DELLA FILOSOFIA E DEI GATTI: intervista de Lo Schermo


L'intervista che segue è stata rilasciata per la rubrica ANIMA-LI,

a cura della giornalista Anna Benedetto de Lo Schermo

http://www.loschermo.it/articolo.php?idart=18613

_____________________________________________

Della Filosofia e dei Gatti: il piccolo-grande libro di Federica Sgarbi

Anima-li : Animali

del 07/06/2009 di Anna Benedetto

LUCCA – Uno splendido, piccolo libro, ricco di storie interessanti e commoventi sui gatti e la loro, eterna, “gattità”. Lo ha scritto una giovane filosofa e scrittrice di origini bolognesi, attualmente all’estero per lavoro, Federica Sgarbi, una di quelle che ancora usano riflettere molto prima di… scrivere. L’abbiamo intervistata a proposito di questo piccolo volume edito da Mursia per la meravigliosa collana “Felinamente”, il cui titolo è “Della filosofia e dei gatti”, ed è un viaggio tra filosofi e letterati alla ricerca dell’umano ideale per i mici di un gattile.

Federica Sgarbi

Federica ha chiaramente una grande passione per i gatti, ma anche per l’etica di Kant, che l’ha condotta all’approfondimento della riflessione morale sino alle sue tinte squisitamente animaliste e ambientaliste. Nel suo libro racconta la propria esperienza attraverso le storie di diversi gatti. E racconta quello che ciascuno di noi potrebbe molto facilmente fare: il suo impegno quotidiano per gli animali. Piccolo, magari, facile, ma utile ed efficace. Federica infatti spiega che per dare una mano al gattile della sua città si è messa a comporre volantini ed articoletti per i giornali per descrivere gli ospiti della struttura, impegnandosi così a dare loro una chance di una nuova, dignitosa, vita, trovando loro una famiglia ed una casa. In fondo per fare questo basta saper scrivere ed avere buona volontà. Se non molta, almeno Q.B., diciamo.

Come è nata l'idea di scrivere questo libro, composto a veri e propri ritratti felini? “Per condividere e coinvolgere – spiega Federica -. Per condividere le esperienze; per coinvolgere in situazioni talmente ricche che, se note, non possono lasciare indifferenti. Chiunque ami gli animali – e non importa quale tipo - è opportuno che conosca l’alternativa, così importante e preziosa per tutti gli ospiti dei rifugi, di adottare in questi luoghi che io, come volontaria, conosco bene. Lo scambio, il comunicare è centrale in questo libro, tant’è vero che, alla fine, ho scritto la mia e-mail personale, in modo che chiunque voglia contattarmi per adozioni, informazioni o anche semplici testimonianze che riguardino i quattro zampe possa e riesca a farlo. E, infatti, ha funzionato. Tantissimi messaggi ricevuti: di volontari, di adottanti, di chi, incuriosito, voleva saperne di più. Sulla scia di questo, è nato il mio blog. L’ho creato appositamente per segnalare dove adottare gli animali abbandonati e le iniziative delle associazioni e dei volontari che si occupano di loro. E, in Italia, sono davvero tanti. Questo blog, dunque, è a loro disposizione e di chiunque voglia saperne di più dell’argomento. Ripeto: la diffusione è importantissima perché può aiutare, concretamente, gli animali. Come volontaria, ho potuto rendermene conto e, per questo, la sostengo”.

Come e dove è nata, invece, la passione per i gatti? “Non so dire da dove arrivi… dal fatto di averceli sempre avuti intorno, immagino. Hanno, infatti, animato la mia vita e la mia casa fin da quando ero piccola. Anche 2 o 3 per volta. Il gatto è una presenza indispensabile, se sei abituata a conviverci. Quando apri la porta e nessuno ti zampetta incontro o quando, sul divano, c’è “troppo” spazio, qualcosa non va… “.

E per la filosofia? “Una delle prime cose che lessi riguardo la Filosofia fu che aveva permesso la nascita di una convivenza civile. E questo bastò. La Filosofia viene prima della Legge, prima del Diritto: è il pensiero che genera la Libertà e il Rispetto. Estendibile a tutti gli esseri viventi”. Riflessione interessante. Quindi sembrerebbe che possiamo convivere anche con i piccioni… forse dovremmo tornare a studiare filosofia..

Nel tuo libro, tra una storia e l'altra dei vari mici di cui ti sei occupata, citi diversi scritti di pensatori anche molto conosciuti che hanno scritto considerazioni "dalla parte degli animali". Considerazioni, però, che non sono quelle che di loro sono passate alla storia, come se fossero "idee minori". Perché secondo te non hanno trovato spazio? “Il libro è un percorso: parte dal gattile, arriva ai lettori. Il tratto intermedio è fondamentale ed è quello a cui ho voluto dare maggiore spazio: il rispetto per la dignità animale. Tutti i pensatori che ho citato sostengono tale messaggio ed è per questo che li ho scelti. Ho proposto nomi di filosofi che coprono un arco di tempo vastissimo e l’aspetto più interessante è come, già nell’antichità, vi fosse un’attenzione per la Vita nel senso più esteso del termine. Filosofi più recenti, come Kant e Schopenhauer, vengono apprezzati solo ora per alcune loro considerazioni “animaliste” perché solo ora la società (o parte di essa) è disposta ad aprirsi a questo tema così importante. Kant stesso, già nel Settecento, aveva enfatizzato come l’osservanza dei doveri verso gli animali fosse, profondamente, legata all’osservanza dei doveri verso l’umanità. Ora sta a noi capire l’importanza di tutto ciò e valorizzarlo”.

Affronti ad un certo punto, toccandolo appena, il concetto di "padrone", ovvero quel rapporto uomo-animale che la nostra cultura oggi definisce "padrone-animale". Perché sostieni che un gatto non si possa possedere? E gli altri animali? “La questione del ‘padrone’, come quella della ‘razza’, della ‘specie’ e diverse altre, mi stanno veramente a cuore e meritano un approfondimento che, purtroppo, nel libro, non poteva trovare spazio. Come molti - filosofi e non filosofi - anche io ritengo l’antropocentrismo, e la sua ottica che vuole tutto a disposizione dell’uomo, una concezione da superare laddove si voglia trovare, veramente, un equilibrio. Sto, attualmente, lavorando ad un progetto che mira proprio all’esplorazione di tali questioni, beneficiando del mio soggiorno in Giappone: qui, anche a livello accademico, è possibile trovare diversi spunti, forse anche grazie all’eredità culturale di questo Paese. Per chi volesse saperne di più o fosse interessato a collaborare, può contattarmi tramite il mio indirizzo di posta elettronica filosofia_gatti@hotmail.it

C'è qualcosa che le persone comuni potrebbero fare per aiutare gli animali?Sono le persone che creano (e distruggono) il mondo, pertanto ciascuno può fornire un contributo essenziale al miglioramento della realtà in cui viviamo. Frequentando l’ambito del volontariato animalista conosco la dedizione – forte e costante – e la passione che ne animano le iniziative: di tale dedizione ho parlato nel libro e non manco mai di evidenziarla perché la reputo il sintomo di una società progredita. Attivarsi per le necessità degli altri - dell’altro da sé - è, infatti, un principio generalmente condiviso e, nel volontariato, tale principio si concretizza. Ma vi sono diversi altri modi per contribuire al miglioramento della nostra realtà: adottare nei gattili, canili e rifugi, invitare i bambini al rispetto della Vita, ed informarsi, leggere e capire quello che ci succede intorno. Una società che punta al proprio fiorire, non infierendo e salvaguardando i meno forti e gli inermi, sarà una società più armoniosa e piacevole da vivere”.

domenica 9 agosto 2009


"La gente, di solito, usa le statistiche
come un ubriaco i lampioni:

più per sostegno che per illuminazione."

Mark Twain


martedì 4 agosto 2009

LA FRUSTA E' E RIMANE UN MEZZO DI TORTURA


Un cavallo azzoppatosi nel corso di uno dei tanti palii italiani: in essi è, abitualmente, utilizzato il frustino

Forse, molti di voi, come me avranno riflettuto su una cosa: la frusta è un mezzo di tortura.
Nata come arma, ma rivelatasi troppo poco efficace in contesto bellico, si decise di impiegarla per seviziare e terrorizzare, al fine di ottenere date informazioni o di imporre dati comportamenti.
La frusta è tutt'oggi utilizzata, ci avete fatto caso?
Viene impiegata, regolarmente, nei circhi, per esempio.
E in talune manifestazioni che vengono definite, docilmente, folkloristiche come il palio.
L'uomo ha astutamente corretto, in questo caso, il termine: da frusta è diventato
frustino.
Il vezzeggiativo, si sa, suona sempre più accettabile all'orecchio.


Ma il male che infligge alla pelle è identico.

Per fortuna, un recente provvedimento sembra cambiare qualcosa...



Leggo e riporto da
http://animali.tiscali.it/articoli/veterinario/09/08/martini_ordinanza_palii_123.html

"Stop a frustini e altri "aiuti": cambiano le regole del Palio

di Oscar Grazioli

03 Agosto 2009 - Beh, finalmente una buona notizia. Grazie alla pressione dei media, delle associazioni animaliste e della gente comune, appena sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la relativa ordinanza, diventerà illegale oltre il 50% dei palii che utilizzano equidi (cavalli, asini e muli) e che, fino a oggi, si sono svolti in totale spregio non solo delle leggi sul benessere animale, ma del buon senso comune.

Come noto, un po’ in tutta Italia, spesso con la scusa di onorare il santo di turno o rievocare una tradizione passata nell’oblio del tempo, si organizzano corse di cavalli che non tengono minimamente conto della morfologia del’animale, del terreno sul quale corre, del fatto che dietro la gara ci sono vertiginosi giri di scommesse clandestine con tanto di cavalli e fantini dopati e compagnia bella.

Inoltre le misure di sicurezza per gli spettatori sono spesso ridicole e non è la prima volta che qualcuno si fa molto male o addirittura ci lascia la pelle. Quelli che ci hanno lasciato sicuramente molte pelli in questi palii spaccaossa sono i cavalli. Purosangue giovani, ma già vecchi per la pista, vengono impiegati su terreni ripidi in ascesa o in discesa, quando non sull’asfalto di un torrido paese della Sicilia o della Sardegna.

In queste “gare” ai cavalli ne succedono di tutti i colori: arrivano letteralmente ripieni di sostanze eccitanti e antidolorifici, così come i cavalieri ( non riesco neanche a definirli fantini), e sono obbligati a correre, magari di notte, su terreni fatti di sanpietrini o con buche segazampe. Se “si spaccano” chissenefrega: una pistolettata in testa e avanti un altro.

Anche i palii maggiori (Ferrara, Feltre ad esempio) hanno avuto una serie di orrori che abbiamo dovuto digerire nelle immagini televisive: ricordo il cavallo “spaccato” di Ferrara cercare pateticamente di avanzare con le sole zampe anteriori. Un vero strazio. La madre di tutti i palii, ovvero la città di Siena, se non altro ha investito parecchio sulle barriere di sicurezza e sulla pista, escludendo peraltro i purosangue dalla corsa. E i risultati si vedono.

Fortemente voluta da sottosegretario Francesca Martini, questa ordinanza prevede il divieto di correre, al di fuori delle piste autorizzate da UNIRE e FISE; per cavalli inferiori ai quattro anni di età e contempla due commissioni con parere vincolante in una delle quali un veterinario e un tecnico specializzato nell’analisi dei terreni danno l’OK. Altrimenti tutti a casa.

Vietati anche frustini e altri “aiuti” che possano causare sofferenza ai cavalli, se usati in modo troppo esuberante. Dulcis in fundo, prelievi antidoping a cavalli e cavalieri, prima e dopo la gara. Continueranno le corse clandestine, ma i palii spaccaoossa in onore del santo del paese hanno il tempo contato."


domenica 2 agosto 2009


"Qualsiasi religione, o filosofia, non basata sul rispetto per la vita
non è una vera religione o una vera filosofia. "
Albert Schweitzer
Lettera ad un’organizzazione animalista giapponese, 1961