L'intervista che segue è stata rilasciata per la rubrica ANIMA-LI,
a cura della giornalista Anna Benedetto de Lo Schermo
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Della Filosofia e dei Gatti: il piccolo-grande libro di Federica Sgarbi
Anima-li : Animali
del 07/06/2009 di Anna Benedetto
LUCCA – Uno splendido, piccolo libro, ricco di storie interessanti e commoventi sui gatti e la loro, eterna, “gattità”. Lo ha scritto una giovane filosofa e scrittrice di origini bolognesi, attualmente all’estero per lavoro, Federica Sgarbi, una di quelle che ancora usano riflettere molto prima di… scrivere. L’abbiamo intervistata a proposito di questo piccolo volume edito da Mursia per la meravigliosa collana “Felinamente”, il cui titolo è “Della filosofia e dei gatti”, ed è un viaggio tra filosofi e letterati alla ricerca dell’umano ideale per i mici di un gattile.
Federica ha chiaramente una grande passione per i gatti, ma anche per l’etica di Kant, che l’ha condotta all’approfondimento della riflessione morale sino alle sue tinte squisitamente animaliste e ambientaliste. Nel suo libro racconta la propria esperienza attraverso le storie di diversi gatti. E racconta quello che ciascuno di noi potrebbe molto facilmente fare: il suo impegno quotidiano per gli animali. Piccolo, magari, facile, ma utile ed efficace. Federica infatti spiega che per dare una mano al gattile della sua città si è messa a comporre volantini ed articoletti per i giornali per descrivere gli ospiti della struttura, impegnandosi così a dare loro una chance di una nuova, dignitosa, vita, trovando loro una famiglia ed una casa. In fondo per fare questo basta saper scrivere ed avere buona volontà. Se non molta, almeno Q.B., diciamo.
Come è nata l'idea di scrivere questo libro, composto a veri e propri ritratti felini? “Per condividere e coinvolgere – spiega Federica -. Per condividere le esperienze; per coinvolgere in situazioni talmente ricche che, se note, non possono lasciare indifferenti. Chiunque ami gli animali – e non importa quale tipo - è opportuno che conosca l’alternativa, così importante e preziosa per tutti gli ospiti dei rifugi, di adottare in questi luoghi che io, come volontaria, conosco bene. Lo scambio, il comunicare è centrale in questo libro, tant’è vero che, alla fine, ho scritto la mia e-mail personale, in modo che chiunque voglia contattarmi per adozioni, informazioni o anche semplici testimonianze che riguardino i quattro zampe possa e riesca a farlo. E, infatti, ha funzionato. Tantissimi messaggi ricevuti: di volontari, di adottanti, di chi, incuriosito, voleva saperne di più. Sulla scia di questo, è nato il mio blog. L’ho creato appositamente per segnalare dove adottare gli animali abbandonati e le iniziative delle associazioni e dei volontari che si occupano di loro. E, in Italia, sono davvero tanti. Questo blog, dunque, è a loro disposizione e di chiunque voglia saperne di più dell’argomento. Ripeto: la diffusione è importantissima perché può aiutare, concretamente, gli animali. Come volontaria, ho potuto rendermene conto e, per questo, la sostengo”.
Come e dove è nata, invece, la passione per i gatti? “Non so dire da dove arrivi… dal fatto di averceli sempre avuti intorno, immagino. Hanno, infatti, animato la mia vita e la mia casa fin da quando ero piccola. Anche 2 o 3 per volta. Il gatto è una presenza indispensabile, se sei abituata a conviverci. Quando apri la porta e nessuno ti zampetta incontro o quando, sul divano, c’è “troppo” spazio, qualcosa non va… “.
E per la filosofia? “Una delle prime cose che lessi riguardo la Filosofia fu che aveva permesso la nascita di una convivenza civile. E questo bastò. La Filosofia viene prima della Legge, prima del Diritto: è il pensiero che genera la Libertà e il Rispetto. Estendibile a tutti gli esseri viventi”. Riflessione interessante. Quindi sembrerebbe che possiamo convivere anche con i piccioni… forse dovremmo tornare a studiare filosofia..
Nel tuo libro, tra una storia e l'altra dei vari mici di cui ti sei occupata, citi diversi scritti di pensatori anche molto conosciuti che hanno scritto considerazioni "dalla parte degli animali". Considerazioni, però, che non sono quelle che di loro sono passate alla storia, come se fossero "idee minori". Perché secondo te non hanno trovato spazio? “Il libro è un percorso: parte dal gattile, arriva ai lettori. Il tratto intermedio è fondamentale ed è quello a cui ho voluto dare maggiore spazio: il rispetto per la dignità animale. Tutti i pensatori che ho citato sostengono tale messaggio ed è per questo che li ho scelti. Ho proposto nomi di filosofi che coprono un arco di tempo vastissimo e l’aspetto più interessante è come, già nell’antichità, vi fosse un’attenzione per la Vita nel senso più esteso del termine. Filosofi più recenti, come Kant e Schopenhauer, vengono apprezzati solo ora per alcune loro considerazioni “animaliste” perché solo ora la società (o parte di essa) è disposta ad aprirsi a questo tema così importante. Kant stesso, già nel Settecento, aveva enfatizzato come l’osservanza dei doveri verso gli animali fosse, profondamente, legata all’osservanza dei doveri verso l’umanità. Ora sta a noi capire l’importanza di tutto ciò e valorizzarlo”.
Affronti ad un certo punto, toccandolo appena, il concetto di "padrone", ovvero quel rapporto uomo-animale che la nostra cultura oggi definisce "padrone-animale". Perché sostieni che un gatto non si possa possedere? E gli altri animali? “La questione del ‘padrone’, come quella della ‘razza’, della ‘specie’ e diverse altre, mi stanno veramente a cuore e meritano un approfondimento che, purtroppo, nel libro, non poteva trovare spazio. Come molti - filosofi e non filosofi - anche io ritengo l’antropocentrismo, e la sua ottica che vuole tutto a disposizione dell’uomo, una concezione da superare laddove si voglia trovare, veramente, un equilibrio. Sto, attualmente, lavorando ad un progetto che mira proprio all’esplorazione di tali questioni, beneficiando del mio soggiorno in Giappone: qui, anche a livello accademico, è possibile trovare diversi spunti, forse anche grazie all’eredità culturale di questo Paese. Per chi volesse saperne di più o fosse interessato a collaborare, può contattarmi tramite il mio indirizzo di posta elettronica filosofia_gatti@hotmail.it”
C'è qualcosa che le persone comuni potrebbero fare per aiutare gli animali? “Sono le persone che creano (e distruggono) il mondo, pertanto ciascuno può fornire un contributo essenziale al miglioramento della realtà in cui viviamo. Frequentando l’ambito del volontariato animalista conosco la dedizione – forte e costante – e la passione che ne animano le iniziative: di tale dedizione ho parlato nel libro e non manco mai di evidenziarla perché la reputo il sintomo di una società progredita. Attivarsi per le necessità degli altri - dell’altro da sé - è, infatti, un principio generalmente condiviso e, nel volontariato, tale principio si concretizza. Ma vi sono diversi altri modi per contribuire al miglioramento della nostra realtà: adottare nei gattili, canili e rifugi, invitare i bambini al rispetto della Vita, ed informarsi, leggere e capire quello che ci succede intorno. Una società che punta al proprio fiorire, non infierendo e salvaguardando i meno forti e gli inermi, sarà una società più armoniosa e piacevole da vivere”.