
Quello che segue é uno stralcio dell'Epistola ai romani di Paolo di Tarso...
"Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello d’un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti il precetto "non commettere adulterio", "non ammazzare", "non rubare", "non desiderare", e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: "amerai il prossimo tuo come te stesso". L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore."
(Paolo di Tarso, Epistola ai romani, 13, 8-10)
Questo inno all'Amore é senz'altro coinvolgente, ma... non credete si potrebbe meditare su un aspetto? Mi riferisco al fatto ch'egli abbia detto chi ama il suo simile... E il dissimile? O meglio colui o ció che é diverso? Un vero atto di tolleranza, e quindi, d'Amore sarebbe questo...